Clorazione Acque
Quando il flusso idrico presenta una carica batterica eccessiva si procede con la sua clorazione, dosando quindi ipoclorito di sodio. Tale reagente permette l’abbattimento delle sostanze microbiologicamente attive presenti.
Per abbattere le sostanze microbiologicamente attive, si utilizza un impianto di Clorazione acqua, con il quale si effettua il dosaggio di una soluzione di ipoclorito di sodio.
Si tratta del processo più diffuso per la disinfezione e per la potabilizzazione, basato sul monitoraggio della concentrazione delle specie inquinanti in ingresso nel flusso idrico e sul dosaggio di un ossidante, con il quale avviene la sterilizzazione dell’acqua.
Come funziona un impianto di Clorazione Acque
Al fine di eliminare i batteri, è necessario assicurare un tempo di contatto di 30 minuti circa tra il flusso e l’ipoclorito di sodio: in questo arco di tempo il reagente ossida ogni forma vivente che possa trovarsi nel fluido.
In una fase successiva il flusso sottoposto al trattamento viene fatto transitare su un letto di carbone attivo, che ha la funzione di trattenere il cloro libero.
All’uscita dall’impianto di Clorazione il valore dell’ossidante è prossimo allo zero, quindi l’acqua può essere considerata potabile e priva di batteri.
Infine, per garantire il livello raggiunto con il trattamento anche sulle condutture a valle dell’impianto, si effettua un dosaggio di ipoclorito di sodio per il mantenimento, circa 0,10-0,20 mg/ l (mg/l).
Questo tipo di impianto è fondamentale per la salute dell’organismo e per raggiungere i riferimenti idonei alla produzione.
Proprio per quest’ultimo motivo l’impianto di Clorazione acqua della Coind, oltre ai serbatoi adibiti allo stoccaggio e alle pompe per il dosaggio del cloro, include strumenti tecnici di analisi, con i quali si consente il monitoraggio di ogni fase del processo.