[16:44] Daniele Teisa- Dadostudio

Il ciclo produttivo di un impresa rende le acque utilizzate nelle lavorazioni cariche di sostanze inquinanti, che vengono separate dal flusso liquido tramite il processo depurativo.

Queste si trovano sotto forma di fango, più o meno concentrato, il quale richiede un trattamento e uno smaltimento finale.

Questo tipo di attività, richiesta per ridurre l’umidità e quindi i volumi dei fanghi, risulta opportuna per contrarre i costi di smaltimento delle acque reflue e il relativo impatto ambientale, nella fase che precede la presa in carico da parte di aziende demandate alla loro gestione.

Coind Trattamento Fango Main

Le fasi del processo

Il trattamento dei fanghi di supero è dato da differenti fasi:

  • Fase 1: Flocculazione (formazione di fiocchi di fango)
  • Fase 2: Stabilizzazione o mineralizzazione
  • Fase 3: Ispessimento
  • Fase 4: Disidratazione in nastropressa, filtropressa oppure centrifuga

Il fango di supero secondario (ovvero prodotto nella fase biologica) è prelevato in modo discontinuo dal circuito ed inviato alla vasca di mineralizzazione o di stabilizzazione.

Tale fase è estremamente importante in quanto il fango di origine biologica è costituito da una matrice organica elevata (causata dai batteri utilizzati per la degradazione del materiale organico nella vasca di ossidazione biologica).
Il tempo di permanenza per la stabilizzazione del fango è pari a circa 1 settimana.

Successivamente il fango viene prelevato ed inviato ad ispessimento, dove si ispessisce in ragione del 2% di secco circa (in caso si volesse aumentare tale percentuale è possibile dosare polielettrolita o bentoniti).

Il fango ispessito è infine inviato al sistema di disidratazione dove si giunge ad un ispessimento in ragione al 40-45% circa di secco.

Questa parte del processo, che avviene tramite filtropresse, trasforma i fanghi in un materiale di scarto simile a terriccio, con peculiarità idonee al conferimento in discarica o all’eventuale utilizzo in agricoltura.

Il trattamento avviene secondo un procedimento meccanico, gestito da rulli, piastre o centrifuga a doppio tamburo che consentono di filtrare i fanghi ed eliminare il contenuto di acqua.

Trattamento fanghi da impianto chimico-fisico

Le acque trattate in un impianto chimico-fisico sono ricche di fiocchi di fango che devono essere separati dal flusso chiarificato.

Per tale motivo il flusso viene inviato (solitamente a gravità) ad un decantatore lamellare. Il limpido uscirà dalla sezione superiore mentre il fango si ispessirà (in ragione dell’1% circa) nella sezione conica del decantatore.

Il fango verrà prelevato tramite una pompa di estrazione e verrà inviato ad un magazzino; un recipiente dalla forma cilindrico-conica, in cui il fango si ispessirà maggiormente al 4%.

Il fango ispessito verrà successivamente inviato ad una filtro pressa; un’apparecchiatura composta da una serie di piastre alternate a tele. Il passaggio del fluido al suo interno consente di separare il materiale solido, che vi rimane intrappolato, dal fluido rimanente.

Trattamento dei fanghi

Riferimenti normativi

Il D.Lgs. n.152/2006, anche noto come Codice dell’ambiente, nella parte V disciplina l’utilizzo dei fanghi, opportunamente trattati, nel settore dell’ecologia e negli impianti di compostaggio.
Per quanto riguarda l’agricoltura, il D. Lgs. n. 99/1992, in linea con la direttiva comunitaria 86/278/CEE riporta i parametri da rispettare con riferimento alle caratteristiche dei fanghi, inclusi gli eventuali metalli pesanti.

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